Pagine

mercoledì 18 febbraio 2015

Ansie e nevrosi di una (ex) lavoratrice che ci riprova

E poi arriva una sera che ti senti uno straccio, piena di ansie, spaurita come una ragazzina e impreparata alla vita. Quando i nodi vengono al pettine ti rendi conto che non avevi fatto bene tutti i tuoi calcoli. Quando ti eri lanciata, forte della positività del momento, avevi poco consapevolmente rimandato a un tempo successivo la presa di coscienza e i timori ad essa collegati.
Le cose però inevitabilmente procedono, si arriva al dunque e a te tremano le gambe. Rispuntano tutti i fantasmi di un passato non così passato. Un passato che ti mancava, ma che eri anche contenta di esserti messa alle spalle. Perché così quelle paure, proprio quelle, sembravano non appartenerti più. Quando ti rimetti in gioco è dura accettare che ritorna il pacchetto completo. Hai voglia a ripeterti che hai percorso un bel pezzo di strada, che sei maturata, che sei più forte (insomma hai partorito...perdindirindina!). La realtà è un'altra, inesorabile e inequivocabile, ti si piazza davanti e ti spiazza. La coltre di insicurezze, dubbi, sfiducia che avevi messo via insieme ai completi da lavoro ritorna. Torna anche quella vocina profonda che più cerchi di zittire, più ti grida dentro: non sei capace, non ce la puoi fare. E insomma, ti rendi conto, non senza sgomento, che è più dura di quanto ti aspettassi o ti ricordassi.

8 commenti:

  1. Se i completi da lavoro ti entrano ancora e ti piacciono dopo il tempo trascorso in abiti borghesi è già buono. ;-)
    Scherzi a parte, è normale chiedersi se si sarà in grado di affrontare un nuovo impegno lavorativo ora che non si è più del tutto libere, quando ci sono figli l'agenda è più fitta e l'ordine delle priorità deve essere riconsiderato di volta in volta. Ma con un po' di fiducia in te stessa potrai scoprire di essere capace di fare cose che neanche ti aspetti, ci vuole esercizio, certo, facile non è ma ci riuscirai. L'unica cosa che non
    porterei con me sono i sensi di colpa. Fanno solo un sacco di danni e offuscano l'obiettività, facendo commettere più errori del normale.
    Ti abbraccio in questo nuovo inizio

    RispondiElimina
  2. Per fortuna, se andrà tutto come deve andare, i completi faranno solo sporadici giri fuori dall'armadio. :)
    E in verità non si tratta ancora di un inizio, ma di un pre-inizio (e non è ancora sicuro che ci sarà l'inizio)... in quest'ottica l'eccesso di ansia mi fa sentire se possibile ancora più ridicola e sbagliata.
    Grazie per l'incoraggiamento e i consigli. Già, il senso di colpa... prima di diventare mamma non mi era così familiare e sono d'accordo che è proprio un peso inutile. Peccato che ti si appiccichi addosso come la colla e non ho ancora capito come rimuoverlo...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ognuno deve trovare la sua strada per liberarsi dai sensi di colpa... ma ne vale la pena. :-)

      Elimina
    2. Tu come sei messa? Sei sulla buona strada? :)

      Elimina
    3. Diciamo che non sarei sopravvissuta se mi fossi fatta divorare dai sensi di colpa, ma ho fatto tanti compromessi, ho accettato l'imperfezione come carattere distintivo e l'altalena come modello di vita... suuuu giuuuu, famiglia famiglia lavoro lavoro. Sono un pessimo esempio ;-)

      Elimina
  3. in bocca al lupo! sono certa che riuscirai alla grande...ne sono certa perchè noi donne siamo piene di risorse, riusciamo a districarci in situazioni impossibili, titaniche! Io quest'anno ho deciso di stringere un pò la cinghia e rinunciare al lavoro per seguire meglio il mio piccolino che ha qualche problema di salute e non riesco a conciliare i ritmi lavorativi con la famiglia. Seppure me ne dispiaccia perchè non ho nessun rientro economico e professionale e le rinunce personali sono davvero tante, dall'altro lato sono felice di potermi spendere totalmente per i miei figli. Quello che noto è che a loro, come a mio marito, fa piacere avere un punto di riferimento fisso in casa...noto che dà loro molta serenità. Se riuscissi a guadagnare qualcosina sarebbe bene...ma a conti fatti anche stare a casa dà il suo risparmio...Per i sensi di colpa lascia perdere....non è colpa tua se il sistema lavorativo attuale non riconosce i giusti diritti tagliati su misura sulle mamme-lavoratrici. Si fa quel che si può. Un abbraccio

    RispondiElimina
  4. Crepi il lupo! Mi spiace tanto per il tuo bimbo, spero possa tornare presto in salute, di sicuro avere la sua mamma vicino è qualcosa di importantissimo per lui. Per il resto, ti capisco molto bene, perché è un po' la situazione in cui mi sono trovata nell'ultimo anno e mezzo. E il bisogno/desiderio di crescere io il mio bimbo, senza delegare, è stata la molla che mi ha spinto a rimanere ferma (strano gioco di parole, eh?) per un po' di tempo, io che se non mi muovevo come una pazza prima mi sentivo perduta (a casa nostra diciamo "ho il fare-fare").
    Ora che il piccolo ha quasi due anni, col suo papà abbiamo deciso di mandarlo mezza giornata al nido, perché forse è bene che io torni a pensare anche un po' a me...e insomma, diventa un po' una battaglia interiore, ma alla fine sono fiduciosa che sarà superata. Come dici tu, a volte saltano fuori risorse che ti chiedi dove tenevi nascoste...
    Non so tu cosa faccia di professione, ma per arrotondare potresti pensare a qualche collaborazione freelance. Io ho ricominciato così, anche se so che non per tutti i lavori è possibile...
    Fammi sapere!
    baci

    RispondiElimina
  5. Grazie cara! Io sono insegnante precaria e non posso assolutamente contare su aiuti parentali per vari motivi così adesso con il blog, vedendo qualche film, facendomi lunghe passeggiate e studiando argomenti di mio interesse cerco di ritagliarmi spazi per la mente più che altro perché in fondo i miei figli tolgono un po' di tempo per rifocillarsi fisicamente e mentalmente ma sono il mio impegno più riuscito ....ti abbraccio forte!

    RispondiElimina