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mercoledì 1 aprile 2015

Lavoro freelance, non sei così dolce come pensavo...

Ok. Allora. Io mi chiedo: come fanno quelle mamme che lavorano full time, gestiscono figli e casa e la sera hanno ancora la forza e il coraggio di non buttarsi sul divano e svenire con un rivolo di bava alla bocca, ma diligentemente siedono ancora al computer per aggiornare il loro blog? Ho solo due considerazioni da fare in merito.
1. Chapeau.
2. Visto che a occhio e croce queste donne sono la maggioranza della popolazione femminile (che anche se non aggiornano il blog magari la sera stendono i panni o stirano o altro), mi chiedo se non sia io ad essere fatta di un materiale di seconda qualità. Perché pur non lavorando full time (diciamo) e avendo solo n.1 figlio, non aggiorno questo blog da circa due settimane, né mi è quasi mai passato per l'anticamera del cervello. Fino a oggi quando per puro caso, mi è tornato in mente. Oddio, il blog! Orfano della sua mamma! Andiamo a trovarlo.

mercoledì 18 marzo 2015

Social network for dummies - avere 30 anni e sentirsene 60

Continua il mio safari nell'aggiornamento giornalistico, tra fuffa e disincanto. E aggiornarsi pare voglia dire ormai solo entrare in un altro mondo, quello del 2.0. Intanto lo ammetto: pur avendo un'età anagrafica non così alta, le mie conoscenze nel campo dei social network e dintorni sono davvero carenti. E ok, diciamolo pure, non sento tutto questo bisogno di comunicare al mondo ogni minuto quello che mi passa per la testa. Non distinguo neanche bene tra #,@,e,i,o,u (anzi mi sembrano quelle imprecazioni dei fumetti... vi ricordate su Topolino?)

lunedì 16 marzo 2015

Pensieri e divagazioni dai banchi di scuola

Per qualche giorno valesafari torna sui banchi di scuola. Mesi fa era stata selezionata per un corso di aggiornamento che si tiene in una grande università privata. E quindi eccola qua, in un'aula decisamente più 2.0 rispetto a quanto ricordava. Mentre in pausa pranzo mangia il suo panino nella sala comune in mezzo agli studenti, e osserva quanto sembravano bambine le facce intorno a lei, realizza con una certa sorpresa che la forbice che la separa dai compagni casuali di merenda si avvicina alla decina di anni (!!). Sebbene si riesca a mimetizzare piuttosto bene, grazie al look poco serioso e alla perenne aria da ragazzina (grande cruccio dell'adolescenza, epoca in cui tutti le toglievano diversi anni, facendola retrocedere di generazione) si sente un po' - che strano!! - un pesce fuor d'acqua. E con l'occhio curioso dell'etologa osserva questi ggiovani che hanno l'aria di saperla lunga, tra una siga e un'altra, e che si somigliano abbastanza tutti. I ggiovani maschi hanno ciuffi vaporosi, barbe dall'aria trascuratamente curata, pantaloni rivoltati tipo acqua in casa e caviglie nude. Le ggiovani femmine portano pantaloni aderentissimi, di quelli che a volte ho anche provato nei negozi (visto che ormai ti vendono quasi solo quelli) odiando l'effetto cotechino che da' una gamba non proprio alla Eva Erzigova e che è scopre davvero diffuso. Molto in voga i fuseaux neri direttamente dagli anni 80, gli occhiali neri squadrati e le sneakers alla caviglia.

martedì 3 marzo 2015

Risparmiare tra pance e bebé

Tra i numerosi libri di puericultura esposti sugli scaffali delle librerie, un filone in voga è - forse complice l'infinita crisi economica che ci prosciuga mente e borsellino - quello all'insegna dei consigli sul risparmio. Ovvero di come vivere gravidanza e maternità a costo zero o quasi.
Guardando indietro, ai nove mesi da panciuta e ai 20 successivi in perenne compagnia di un nanetto coi capelli a frittatina, mi rendo conto di aver messo in pratica la filosofia portafoglio friendly, pur non avendo mai letto né consultato la bibliografia di cui sopra.

mercoledì 25 febbraio 2015

Dipendenze

E' venuto il momento di ammetterlo con me stessa. Non si tratta più soltanto di un qualcosa cui ricorrere una volta ogni tanto, per conforto. Non è più solo un rifugio dei week end, dei momenti liberi e delle domeniche casalinghe. Una volta il suo utilizzo era quasi un tabù, confinato alle ore libere. In casa va bene, ma solo se non ci sono ospiti. Al massimo ci si può scendere, che so, a prendere il pane. Ma se il raggio d'azione si allungava oltre un centinaio di metri dall'abitazione, l'allarme scattava: assolutamente non consentito, potresti incrociare qualcuno che conosci e davvero non vuoi farti vedere con lei.

mercoledì 18 febbraio 2015

Ansie e nevrosi di una (ex) lavoratrice che ci riprova

E poi arriva una sera che ti senti uno straccio, piena di ansie, spaurita come una ragazzina e impreparata alla vita. Quando i nodi vengono al pettine ti rendi conto che non avevi fatto bene tutti i tuoi calcoli. Quando ti eri lanciata, forte della positività del momento, avevi poco consapevolmente rimandato a un tempo successivo la presa di coscienza e i timori ad essa collegati.
Le cose però inevitabilmente procedono, si arriva al dunque e a te tremano le gambe. Rispuntano tutti i fantasmi di un passato non così passato. Un passato che ti mancava, ma che eri anche contenta di esserti messa alle spalle. Perché così quelle paure, proprio quelle, sembravano non appartenerti più. Quando ti rimetti in gioco è dura accettare che ritorna il pacchetto completo. Hai voglia a ripeterti che hai percorso un bel pezzo di strada, che sei maturata, che sei più forte (insomma hai partorito...perdindirindina!). La realtà è un'altra, inesorabile e inequivocabile, ti si piazza davanti e ti spiazza. La coltre di insicurezze, dubbi, sfiducia che avevi messo via insieme ai completi da lavoro ritorna. Torna anche quella vocina profonda che più cerchi di zittire, più ti grida dentro: non sei capace, non ce la puoi fare. E insomma, ti rendi conto, non senza sgomento, che è più dura di quanto ti aspettassi o ti ricordassi.

domenica 15 febbraio 2015

Pillole di medicina antroposofica - Impacchi al limone vs febbre

Dieci giorni di full immersion nel mondo dell'influenza. Prima Leonardo, piccolo untore della famiglia, poi Gi, steso da una settimana da un febbrone da cavallo. Ancora indenne (facendo gli scongiuri) ma leggermente provata, volevo stasera, dal basso della mia clausura forzata,  condividere un metodo semplice ma efficace (soprattutto sui bimbi) per far scendere la temperatura, quando supera i livelli di guardia. E' mutuato dalla medicina antroposofica.

sabato 14 febbraio 2015

Quando gli esami prenatali fanno paura: la translucenza nucale

I primi tempi della mia gravidanza sono stati difficili. Dopo il risultato della prima ecografia, la gioia iniziale ha lasciato il passo alla preoccupazione. Una nuvola grigia è arrivata a oscurare i nostri giorni di attesa, quando Leonardo non era altro che un bruscolino e l'idea di diventare mamma era ancora di un altro pianeta. Come spesso è accaduto successivamente, a quel tempo non sapevo con chi confrontarmi, dove cercare rassicurazioni o esperienze simili. E' nella rete che ho trovato sollievo, risposte, racconti. Sui forum, nei racconti di altre mamma lontane o forse vicine, più vecchie o più giovani, sole o meno sole. Per sopire i miei timori googlavo decine di volte "translucenza" "valori alti" "rischi sindrome genetica" e bevevo avidamente le parole che descrivevano esperienze simili, numerose, con esiti felici...Pensavo allora che se avessi avuto anch'io un epilogo positivo alla mia storia, mi sarebbe piaciuto condividerla, per infondere speranza in chi si fosse trovato in una situazione simile. Per dare conforto. Quel conforto che in quei giorni ho trovato nei racconti del web.

mercoledì 11 febbraio 2015

Di virus e calamità casalinghe

Come ci spiega Wikipedia, "con piaghe d'Egitto ci si riferisce a quelle punizioni che, secondo la Bibbia, Dio inflisse agli egizi affinché Mosè potesse liberare gli Israeliti, dal paese della schiavitù". Perché tiro fuori questo argomento? Forse qualcuno si sarà accorto che per qualche giorno ho spento la luce di questo blog. L'ultimo post non faceva in effetti ben sperare, ma non c'entra molto con la mia sparizione. Certo ho avuto qualche momento difficile, ma per il momento la ferita si è richiusa. Tuttavia mi sto interrogando sulla ragione che sta dietro ad altri eventi di quest'ultima settimana, che mi hanno fatto pensare, certo con grande umiltà, alle calamità dl'Egitto...

giovedì 5 febbraio 2015

Blue (or black) is a state of mind

Avrei voluto scriverne. Raccontare di come sia densa, nera, pesante. Di come arrivi strisciando, silenziosa, ma inesorabile e ti trascini in un gorgo scuro e vischioso. Di come in questi ultimi giorni, si sia data da fare per risucchiarmi le energie vitali, spegnere l'entusiasmo, cancellare i colori. Ne era passato di tempo dall'ultima volta che mi era venuta a trovare, ma, chissà come mai, ora non l'aspettavo. Avrei voluto parlare di questo e molto altro, ma la stanchezza accumulata è tanta e le facoltà sono un po' annebbiate. Meglio lasciare che un altro nero, quello pulito e limpido della notte copra tutto il resto..

martedì 3 febbraio 2015

Semplicità #1 - Com'è bello fare il pane...

Il mondo della cucina non mi ha mai interessato un granché. Preparo di solito pochi piatti semplici, meglio se poco conditi e soprattutto veloci. Mi piace però sognare scorrendo i siti di aitanti food blogger che raccontano e illustrano passo passo, con passione, i propri capolavori culinari. Immagini e video a testimonianza della propria maestria con forno e fornelli.

Tuttavia, ormai da qualche tempo, ho scoperto che una cosa in cucina mi piace davvero farla: il pane.
Amo fare il pane non solo perché è più facile di quanto uno pensi, non soltanto perché fatto a mano è più buono e duraturo, nonché più economico di quello del fornaio. No. Fare il pane - unire farina, acqua, lievito, olio e sale, impastare, vedere crescere l'impasto, cuocere e sentire il profumo quando sforni la pagnotta -  è un'operazione un po' magica, che sa di antico. Un qualcosa di dimenticato, che oggi non si fa più. Perfino chi si destreggia abilmente tra cibo e padelle, chi sforna torte e manicaretti di ogni genere, il pane lo acquista di solito in panetteria.

lunedì 2 febbraio 2015

Babywearing...ovvero, portami mamma!

Ecco, sono fuori. Ma c'è troppa luce, troppo rumore. Chiudo gli occhi così mi nascondo. E questo posto piatto, freddo con del tessuto che mi avvolge ma non mi dà calore. Mi giro e mi rigiro, ma non posso rannicchiarmi come prima, non ci sono i confini, morbidi ed elastici, che mi contengono. Non riesco a stare disteso, mi manca il contatto con qualcosa di vivo. Piango, sono triste, mi sento solo. Ma insomma, vuoi fregartene di quello che dicono e pensano gli altri? Io voglio stare con te, nel senso di addosso a te, accoccolato sulla tua pancia. Non vuol dire viziarmi. E' una necessità forte, primordiale. Ecco brava tirami su. Non occorre molto, sono piccolo, leggero. No,non devi per forza comprare l'ultimo modello di mei-fascia-porta-baby-pullman, ché così cercano di convincerti in negozio. Alle scimmiette basta la pelliccia: mani e piedini prensili fanno il resto. No, non temere, non cadono, stanno aggrappate belle salde sul dorso della loro mamma. Tu non hai tutto quel pelo, lo vedo. Ma un telo basta, un anello, un nodo e...fatto! Non era così difficile, no? Ora sì che sto bene. Le gambe le rannicchio e le avvolgo ai tuoi fianchi. Questo sì che è un cuscino, ci poggio la testa e... profuma anche di gnam gnamm. Riconosco la tua andatura, il tuo passo che mi ha cullato per nove mesi e ...yaaawwwn...mi viene tanto sonno. Mi rilasso, mi lascio andare. Ecco, portami, portami sempre con te (addosso a te), mamma. 


             Questo post partecipa al blogstorming 


domenica 1 febbraio 2015

Sfumature di blu, giallo, grigio, rosa, verde...

Una domenica piena di luce, colori e serenità. Lo sguardo che si perde nelle diverse tonalità di blu, azzurro. Respirare la salsedine e sentire gli spruzzi freschi, mentre il sole ti scalda la schiena che quasi quasi questo giaccone pesante te lo togli, anche se è gennaio...



giovedì 29 gennaio 2015

Quando il nostro corpo diventa allergico e intollerante...

Ieri mattina, sfogliando il giornale davanti al cappuccino, mi è caduto l'occhio su un articolo. L'autore spiegava come un panel di esperti abbia partorito l'idea che si possa prevenire l'insorgere di alcune allergie e intolleranze assumendo fermenti lattici. Nello specifico, una donna incinta che si beva la sua fialetta di probiotico regolarmente proteggerebbe il proprio bimbo dal diventare un soggetto allergico.
Sono sicura che dietro questa 'scoperta' ci siano gli studi più approfonditi, la sintesi delle idee di brillanti menti e non, voglio sperare, una logica di bieco interesse commerciale. Tuttavia questa lettura mi ha richiamato alla mente le parole di un signore che di mestiere fa il contadino e il vignaiolo.

mercoledì 28 gennaio 2015

Un nuovo inizio è possibile?

Ieri mi ha chiamato mia mamma. Ultimamente le comunicazioni non sono così frequenti e amabili. Forse perché per la prima volta mi sto pian piano discostando da quello che è il modello di figlia che persegue i giusti obiettivi. "E' importante che ricominci a lavorare". La pressione è sottile. "Pensa ai contributi".
Mi ha fatto riflettere.

venerdì 16 gennaio 2015

Malattie e alimentazione, antroposofia è quasi magia...


Nell'ultimo post citavo la nostra pediatra antroposofica, da noi soprannominata 'la maga'. Questa pacata signora dai capelli argentati che parla sempre sussurrando ha dato il la a una serie di cambiamenti nella nostra vita di (mini)famiglia.

mercoledì 14 gennaio 2015

Nido, croce e delizia

Quando si è cominciato a parlare del nido per Leonardo, quasi un annetto fa, i pareri erano contrastanti. Dietro pressioni di Gi, decisamente favorevole, avevo acconsentito a preiscriverlo buttandomi dietro le spalle la riflessione sul se fossi o meno dell'idea. Di diverse campane erano anche i nonni ("Sì  mandatelo! La cugina Matilde si divertiva tantissimo" "Assolutamente no! Te lo ritroveresti sempre malato! Piuttosto una babysitter full time!").

lunedì 12 gennaio 2015

La forza del bicchiere mezzo pieno

Riuscire a vedere il bicchiere mezzo pieno non è facile. Probabilmente molti eventi della vita potrebbero spesso essere letti in chiave positiva, e questa visione forse ci aiuterebbe a sfruttare il potenziale della situazione. Per chiudere un capitolo e ricominciare; per migliorare o anche semplicemente per cambiare, che a volte il cambiamento è cosa davvero rigenerante.
Vedo oggi con più chiarezza che la negatività e la paura creano attorno a noi un terreno sterile e instillano il germe della pigrizia. Un connubio distruttivo. 
Così per un periodo ho vissuto in balia di queste forze dannose. Poi, chissà per quale strano allineamento dei pianeti,  un poco le nubi si sono squarciate e al momento vedo le cose sotto un'altra luce. Che bello sarebbe se questo attimo di lucidità durasse il tempo necessario per iniziare a mettere in pratica tutti i buoni propositi che mi saltellano qui e la nella testa. E per portarli a termine. Chissà. 
Intanto c'è in nuce qualche progetto che prima non c'era, qualche idea che faticava a formarsi ora è lì, ed è un inizio...